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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

476489
Angelo Secchi 48 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

luminoso, onde esso presenta un aspetto granuloso e reticolato. Le linee nere che trovansi nello spettro solare, conosciute col nome di linee di

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strato dal fatto che all’orlo estremo del sole mancano realmente le linee nere che vedonsi dentro e fuori di esso. Così noi avevamo annunziato la

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tavola cromografica col prolungamento lucido delle rispettive linee nere. (Vedi Tav. IIIcrom. , fig. 1).

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scarsa e dominano altri vapori assorbenti metallici o no. La maggior densità idrogenica rilevasi dal fatto che le linee spettanti a quel gas sono assai

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. Queste stelle hanno delle zone sfumate che realmente non sono decomponibili in linee: gli spettri di questa specie non sono frequenti in chimica e resta a

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stellari paiono rigate, ma queste linee sono semplici variazioni d’intensità simili alle scannellature dell’azoto nello spettro di 1° ordine e non linee

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Esso è formato di zone continue sfumate e di righe lucide brillanti graduate in intensità. Le zone sono indecomponibili in linee distinte nello

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Intorno alla natura di questi spettri concluderemo che lo spettro a colonnato irresolubile sembra dovuto ad ossidi, le linee fine taglienti invece

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le scannellature in questo quarto tipo piegano al violetto, nel terzo piegano al rosso. (v. Tav. III crom. fig. 3 Tav. IV fig. 1), le linee divisorie

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misurate le medesime distanze delle linee metalliche sulle righe della stella, e si trovò una coincidenza perfetta in tutte le linee principali del

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benzina si trasforma in uno spettro a linee per ogni eventuale alterazione di temperatura e movimento d’aria. All’estremità delle parti chiare vi sono

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Laonde per concludere diremo: «Gli spettri stellari di 1° e 2° tipo hanno linee di assorbimento dovute a vapori metallici come il Sole; quelle di 3

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che fu detta T. Essa comparve improvvisamente di 2a grandezza e diede uno spettro composto delle linee dirette luminose dell’idrogeno C ed F assai

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Parigi ne studiò lo spettro e lo vide formato di linee lucide e di zone oscure. Vi rilevò l’idrogeno, e forse il magnesio, il sodio o l’Elio. Quando

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Del resto è certo che fra le stelle le più minute ve ne sono delle variabili a periodi incerti, e che hanno uno spettro pure a linee lucide. Benchè

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. Queste erano tutte linee brillanti: di più avea alcune zone vive che richiamavano il 4° tipo, ma colla giunta delle linee lucide. Presto però la stella

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. Per riuscirvi si è cominciato dal mettere le punte del micrometro sopra le linee più lucide della stella rossa dell’Orsa Maggiore di 4° tipo posta in

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«29 novembre. Coll’oculare cilindrico si vede un oggetto superbo e tutto a colonnato. Le colonne parziali sono tutte decomponibili in linee. Tutte le

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(4.5) Verde deciso suddiviso da altre linee fine solite del tipo; questa zona è separata da una forte linea nera assai larga del magnesio (? o

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«13 dicembre. È il massimo di bellezza che possa idearsi, le linee lucide sono più larghe e vive dal lato del rosso. Coll’oculare sferico ordinario

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La stella principale a sta in AR 18h 9m e Decl. − 19° 6', dalla quale partono come raggi le linee az, as, am, ao ecc.

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perchè tranne in uno o due ove si sospettano linee vive gli altri hanno spettro continuo: ciò però non vuol dire che una parte aeriforme non vi possa

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La nebulosità in alcune regioni del Sagittario è estesa ben più che in Orione, e il fondo chiaro del cielo dà indizio di linee spettrali. La luce di

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B. S. posta in A. R. 17h 55m Decl. − 24° 21', ed essa pure dà linee vive dello spettro. Così pure molte altre delle Nebulose disegnate da Herschel

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sembra una coda di cometa attaccata alla stella, tali le tre linee stellari che partono dalla nebulosità in A. R. = 21h 32m 26s Decl. = − 23° 47' 59

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questa mutazione non avrebbe però potuto sostituire le linee nere di Fraunhofer pel magnesio o pel sodio, e i raggi mancanti nelle righe b e D; talchè

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se l’equazione teorica generale delle linee di secondo ordine

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Questo calcolo è esposto nei trattati delle linee di second’ordine di varii autori. Vedi, per esempio, Boucharlat: esso poi è applicato nella memoria

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anche quello dell’ellisse vera Questo calcolo è esposto nei trattati delle linee di second’ordine di varii autori. Vedi, per esempio, Boucharlat: esso

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nel quadrante del meridiano terrestre, si divise questo numero per dieci milioni e una di queste parti fu chiamata Metro. Essa risultò di linee

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equidistanti, ma solo disposte in linee più lunghe.

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Se le stelle ci appaiono più dense, solo perchè le linee visuali sono più lunghe, come esigeva la prima supposizione di Herschel; la proporzione

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larghezza, almeno su certe linee, ma che in altre e impossibile dire ove finisca. Questa apparenza di fori, potrebbe però spiegarsi anche in altro

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abbiamo trovato traccia di linee lucide, forse anche in essa sono ancora vaste masse gassose agglomerate. Ma per questi studi uno strumento come il

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fra le nebulose gassose, perchè hanno spettro a zone, benchè non a linee nette nè identiche a quelle delle Nebulose, ma sfumate e diverse. Lafig. 3 Tav

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tutte le direzioni: e noi possiamo penetrare in certe linee oltre i suoi limiti; in altre ci è impenetrabile.

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le luci dei corpi celesti erano identiche. Lo strumento da lui usato fu dapprima un teodolite con cannocchiale di sole 13 linee di apertura avanti al

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non solo cercammo l’esistenza delle linee spettrali, ma anche la loro natura, e fin dalle prime sere potemmo accertare nella stella α di Orione l

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nelle varie regioni del medesimo: quindi bisogna continuamente spostare l’oculare nel passare da un colore all’altro, onde due linee lontane sono sempre

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tracce di altre linee come del Magnesio, del Sodio e alcuna del Ferro, ma esse sono debolissime e richiedono aria squisita. A noi però non è mai

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3.° Il terzo tipo è quello che si trova nelle stelle ranciate e rosse; esso è formato di linee nere e lucide interpolate a zone o bande scure

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essi sono formati di forti linee fosche sfumate che separano dei tratti più luminosi di ineguali densità e luce e che danno allo spettro l’aspetto più o

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piuttosto semplici diminuzioni di luce che vere linee nere nette. La stella Omicron della Balena quando è grande ha spettro a colonne scannellate

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’effetto delle ombre in una colonna scannellata, l’altro formato di linee metalliche nere d’assorbimento. Il prima per la struttura delle zone larghe ha

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4.° Il quarto tipo è assai bizzarro e vario. Potrebbe credersi a prima vista che esso risulti dal terzo sopprimendo alcune delle linee scure. Così

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superiore alla 5a. Esse hanno poche zone delle quali alcune coincidono nei loro limiti con quelle del terzo tipo ed hanno larghezza quasi doppia, le linee

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scure graduate. Alcuni però di questi colonnati stellari sono affatto irresolubili in linee fine, e questi spettri non sono facili a riscontrare in

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5.° Ve ne sono però alcune poche, le quali non entrano in queste categorie, perchè hanno righe semplici isolate, e mostrano linee lucide invece delle

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